lunedì 28 aprile 2008

Nove.




È sempre tutto più grande di te, sempre.
Pugni, solo pugni, fin da piccolo. I tuoi nel vuoto, quelli degli altri dritti sul muso.
Poi hai pensato che di pugni sul grugno ci si poteva campare, dopotutto, il tuo amico torna dalla fabbrica con la schiena spezzata, senza dire una parola.
Tu, almeno, qualche destro a chi ti spezza la schiena potresti mollarlo.
Il sacco ha la faccia di tuo padre e forse, anche lui ha la sabbia dentro.
Un destro. Ride.
Ancora. Ride lo stesso.
Di nuovo, con tutte le tue forze.
Lui ride sempre e nel ghigno leggi bene le sue parole: “sei un fallito”
Poi succede che cresci, tra un naso rotto e il fiato corto.
Tua madre ha dentro quella poltiglia di sabbia e acqua marina con cui giocavi da piccolo al mare.
Cancro lo chiamano.
Se solo potessi prenderlo a pugni, ma non puoi, solo il sacco, solo tuo padre, solo te stesso.
Qualche anno in più e sai dove colpirà il tuo guantone prima ancora di pensarlo.
La folla, tanta.
Flash, tanti.
I battiti del tuo cuore, troppi.
Il tuo avversario è il campione del mondo.
È solo un uomo.
Non fa male.
Schiva, muovi le punte.
La tua testa che schianta al tappeto fa meno male del gancio che ti ci ha mandato.

1

Alzati.

2

Fallo per il sangue che hai sputato.

3

Fallo per le lacrime che hai versato

4

Fallo per lei che ti sta guardando

5

Fallo perché la ami.


6

Fallo perché non sei un fallito

7

Alzati.

8

Per quel cancro bastardo.

9

Per te.

Bene, la campana non ha suonato e tu sei in piedi.
Te la ridi, sono solo pugni, niente di più.
La vita colpisce più duro, sempre.

lunedì 21 aprile 2008

Un anno di...Volobasso!





Un anno.
Il primo anno di vita non c’è, non puoi ricordarlo, ma qualcuno lo ha scolpito nel cuore e lo custodisce per te.
Un giorno ti svegli e ti accorgi che è un anno che sei grande, continuando ad inseguire gli anni in cui eri piccolo.
Un anno che le tue dita scorrono su e giù sullo strumento e non avresti mai pensato di vederle così sudate, tenaci, così vive.
Un anno che hai scoperto che dalla A alla Z si crea un universo, ma anche due e le pagine lette sono tante, nel cuore, negli occhi.
Un anno che strisci con la sofferenza a tirarti per le caviglie ed hai paura che quell’anno sia solo il primo.
Il primo anno che sei guarito e la paura di tornare a strisciare non va via.
Un anno di lei ed il primo bacio è dietro l’angolo, riconosci il sapore, il calore, ma è un anno affacciato sul domani, il primo mattone di un monolocale che come canta Jovanotti diventerà un castello.
Un anno di carrellate, cuori in campo medio ed una didascalia su fondo, un augurio di splendore, un fiore, al sole.
Un anno.
12, 52, 365, 8765, 525948, 31 556 926…e 5.110.000 movimenti delle tue palpebre all’anno, ogni volta e non te ne rendi conto ma quello che vedi tra un intervallo e l’altro è tuo, è vita.

martedì 15 aprile 2008

Vita da Blogger





Il blogger saluta l’alba prima di mettersi a letto perché il grillo dentro di sé gli impone di fare il giro dei suoi centotrentaquattro links, salvo poi svegliarsi alle otto e trenta per controllare se ci sono state risposte ai suoi commenti.
Il blogger ha una vertebra cervicale sovversiva, preludio di una vecchiaia con bastoni, sputo con raschio e dentiera retta con pasta adesiva.
Il blogger ha l’ansia da prestazione, non quella per corpi nudi sudati, mani sui fianchi, lingue e affanni. Prestazione da blogger, post veloce, post corretto, post originale, frizzi, lazzi e se non posti sò cazzi
Con gli amici diventa quasi imbarazzante:

“ragazzi io vado..”

“ma come, di già?”

“eh, si…devo andare a postare!”

“ma vaffanculo và, era meglio se ci dicevi che andavi a cagare!”

Il blogger torna e si siede, ché il mondo è un sistema operativo, un motore di ricerca infinito e le parole non hanno voce, solo font e dito veloce.
Un giorno il blogger riceve un bel commento al suo ultimo post , “calda e sola” è la firma che lo incuriosisce, un click ed il mondo di “calda e sola” si apre con dolci musiche in sottofondo.
Guarda bene e quel corpo lui lo conosce, scruta meglio e crede di conoscere anche quel neo sul seno, ma non può essere vero, non la sua ragazza a pecora con un altro lui da dietro.

Driiiin…

“Laura, scusa, ma hai aperto un blog firmandoti - calda e sola - ?”

“Si, perché?”

“M-ma, Laura, stai scopando con un altro, e a pecora per giunta, con me non l’hai mai fatto!”

“Se al posto di fare lo zombie col tuo blog del cavolo mi avessi trattata come di dovere e magari afferrata da dietro, vedi che al posto di quello c’eri tu…avanti, cosa hai da dire?”

“beh, oddìo, sai che non sono buono a parole, aspetta che ti lascio un commento…”

giovedì 10 aprile 2008

Euterpe - Sceneggiatura (Oggi mi sputtano una volta per tutte!)




Anche oggi verso Roma per incontrare i miei amici aspiranti sceneggiatori come me e parlare "lavoro" (Dio come suona bene!)

Vorrei postare un raccontino, ma non ne ho il tempo, quindi, mi sputtano e posto la mia prima sceneggiatura e, per onestà intelletuale, la posto senza le correzioni di Lorenzo Bartoli, sennò era troppo facile.

Ripeto, è la mia prima sceneggiatura, non sapevo proprio un cavolo! Non siate cattivi, ok?

Sono solo cinque tavole...ah, non posto il soggetto (che, ovviamente è mio), nemmeno una sinossi, ché vado di fretta!!!


Titolo: Euterpe

Tav. 1

1-2-3 sulla stessa striscia

1 piccola

La vignetta è lo schermo di un televisore. Per farlo capire in un angolo si può mettere una scritta o un logo televisivo del tipo: go-tv!
Dallo schermo vediamo il mezzo busto dall’alto di un uomo sulla trentina, a piacere, ha in mano un microfono. È sorridente.

Uomo.
- Buuuuonaseraaa amici! Oggi parleremo di John Carducci, il misterioso leader degli Arousal, sarà con noi il critico Tom White…a te Tom!


2 piccola

Sempre come lo schermo di un televisore, sempre il logo in un angolo. Piccoli in campo medio, dall’alto, vediamo da un lato il critico, a piacere, seduto su una poltrona e a fianco il presentatore su uno sgabello. Ambientazione televisiva a piacere.

Critico.
- Grazie Jim…beh, c’è poco da dire: un genio, semplicemente un genio del rock!

Presentatore.
- Mmm…e credi che potrà durare?


3 piccola

Ancora come lo schermo tv, ancora il logo in un angolo. Pp di 3/4 dall’alto del critico. Aria seria di chi sa quello che dice.

Critico.
- Ogni sua idea è innovativa, senza precedenti, stupenda, emozionante: John è GIA’ nella storia!


4-5 un po’ più grande

Interno notte. In campo medio dall’alto il palco dove si sta tenendo un concerto rock. Davanti a tutto, il cantante-chitarrista, capelli lunghi, lisci, neri, jeans e camicia. Ai lati il bassista ed il chitarrista, a piacere. Dietro il batterista, a piacere. Sotto, la calca è impressionante, tantissimi ragazzi che si agitano come in una bolgia infernale. Si potrebbero disegnare delle note qua e là.


Did.
- Il concerto, il momento che più amo…guardateli, sono posseduti, ed io sono il loro demonio.


6-7-8 sulla stessa striscia.

6

Esterno, notte. Campo medio dall’alto. John cammina lungo un corridoio di transenne che porta diritto alla sua auto (sportiva). Il corridoio è visto di traverso. Ai lati la folla impazzita che chiede autografi. Lui cammina non curante scortato da due guardie del corpo, a piacere.

Did.
- Odio questo genere di cose…

folla.
- John!!!
- Un autografo!!!
- Sei fantasticoooo!!!

7

Esterno, notte. In campo medio dall’alto la macchina di John si allontana dal lettore percorrendo una strada di città.

Did.
…io voglio solo suonare, creare…

8

Esterno, notte. In campo lungo vediamo la macchina di John piccola di fronte al cancello di una villa da sogno. Villa a piacere, ma deve essere decisamente di lusso.

Did.
-…intrappolare nello spartito i demoni che infestano i miei pensieri…


Tav. 2

1

Interno, notte, l’unica luce è quella della luna che filtra dalle finestre. Dettaglio dall’alto di una mano che svita il tappo di una bottiglia di whisky.

Did.
- …e, ovviamente, voglio bere.

2

dettaglio dall’alto del whisky che fuoriesce dalla bottiglia e finisce in un bicchiere largo e basso con del ghiaccio dentro.

Did.
- non ricordo, di preciso, quando iniziai…

3-4

Interno, notte. In campo medio dall’alto un salotto lussuoso. Arredamento a piacere, al centro una poltrona di ¾ vista da dietro. In fondo, una parete a finestre, senza tende, dalla quale vediamo alberi e la luce della luna che entra (per tutta la storia la luce della luna piena è l’unica ad illuminare tutte le scene). John è seduto sulla poltrona, guarda verso la finestra e vediamo il braccio che penzola di lato, la mano tiene la bottiglia.

Did.
- …ma ora è parte di me, come un lento, amichevole cancro. Un musicista? Un ubriacone? Una cosa non esclude l’altra.

5

Dalla soggettiva di John vediamo il dettaglio della mano che regge la bottiglia, come per leggerne l’etichetta.

John fuori campo.
- ahh…i fans, i soldi, mille idee che mi frullano per la testa, dimmi un po’, per caso tu c’entri qualcosa?

6

Di quinta, da dietro, lo schienale della poltrona dove è seduto e la faccia di John che sporge di lato per guardare dietro. Ha l’espressione accigliata, è sorpreso per aver sentito una voce da dietro.

Voce fuori campo.
- Credi davvero di trovare la risposta in quella bottiglia?

John.
- ?!?

Tav. 3

1-2 verticale

Figura intera di una donna. Indossa un vestito che si avvita appena sopra il seno lasciando scoperte le spalle e finisce con una gonna corta. Porta scarpe con tacco alto. Ha capelli lunghi e neri, ha dei bei lineamenti del volto ma è molto denutrita, quasi uno scheletro. Fa impressione.

John fuori campo.
- chi sei, come hai fatto ad entrare?

Donna.
- non ci hanno presentati, ma siamo molto intimi, credimi!

3
pp dall’alto di John che guarda la donna con aria seccata.

John.
- Guarda, non è aria, quindi tornatene da dove sei venuta, se volevi un autografo sei arrivata tardi.

4

La spalla rinsecchita della donna di quinta. In secondo piano John si è alzato ed ora è appoggiato allo schienale della poltrona, ancora con il bicchiere in una mano e la bottiglia dell’altra. John alza gli occhi al cielo in segno di insofferenza.

Donna.
- calma, non c’è fretta. Voglio che tu mi ascolti bene, perché ho da dirti qualcosa che riguarda la tua sfrenata ispirazione! Non dirmi che non sei curioso!?

John.
- oh Signore, tutte a me!

5
pp della donna dal basso. È spigolosa, cadaverica, espressione e sorrisetto di sfida.

Donna.
- mi chiamo Euterpe! Sono una delle nove muse ispiratrici, la musa della musica per la precisione…anche un omuncolo come te deve averne sentito parlare, immagino!

6
stacco. Esterno, notte. Vediamo il salotto dall’esterno della vetrata. I due sono sempre nella posizione di prima

John.
- Euterpe? Carino! Senti piccola, ho una bottiglia di ottimo whisky da scolarmi, perché non alzi i tacchi e te ne vai?




Tav. 4

1

stacco. Interno, notte. Dalla quinta, con uno scatto fulmineo fuoriesce la mano di Euterpe che afferra la gola di John. John è inquadrato dalle spalle in su di ¾. Ha l’espressione decisamente sorpresa e spaventata.

Euterpe.
- TU…tu non hai capito con chi hai a che fare!!!

John.
- g-ghhh!!!

2
in campo medio dall’alto Euterpe di ¾ solleva completamente John da terra tenendolo per la gola. Deve enfatizzarsi il fatto che una donna così mal messa possa alzare un uomo. John agita le gambe nel vuoto e stringe con tutte e due le mani il braccio che lo tiene sollevato. Il bicchiere e la bottiglia si schiantano per terra, solo la bottiglia si rompe.

John.
- DIO! N-non è possibile…lasciami!!!

Euterpe.
- piccolo, stupido uomo…

rumore bicchiere.
- tump!

Rumore bottiglia.
- crash!

3
campo medio dall’alto. John è scaraventato a terra, cade su un fianco. Lo vediamo di fronte. Espressione di dolore.

John.
- ahh!!!

Euterpe fuori campo.
- sai, io dono a voi mortali le idee che vi permettono di esprimervi attraverso la musica. Le regole sono semplici: poche, buone idee a chi è abbastanza sensibile da percepire il mio spirito…

4
campo medio dall’alto. Euterpe di quinta, John in secondo piano, seduto per terra, striscia allontanandosi dalla donna, è spaventato.

Euterpe.
-…a volte, però, capita che nascano individui particolarmente dotati, capaci di stabilire un contatto diretto con la mia essenza. Una corsia preferenziale dalla quale attingere a quantità smodate idee ed intuizioni…

5

dettaglio dall’alto dell’occhio sconvolto di John. Nell’occhio si riflette Euterpe che si avvicina.

Euterpe fuori campo.
- …ciò mi deturpa nel fisico e nello spirito, mi rende debole, vecchia…

6
pp dal basso di Euterpe che urla furibonda in direzione del lettore.

Euterpe.
- GUARDA!!! GUARDA COME SONO DIVENTATA PER CAUSA TUA!!!


Tav. 5


1
pp della mano orribile di Euterpe che esce dalla quinta. In secondo piano John è ormai arrivato con le spalle alla vetrata e si gira verso di essa sentendo che non può più proseguire nell’indietreggiare.

Euterpe.
- inizi a capire vero? Ti sei mai chiesto come mai, da Mozart a Kurt Cobain, tutti i grandi musicisti siano impazziti o morti prematuramente?

John.
- !!!

2

ravvicinata sul volto di John. La mano di Euterpe è sulla testa di John, il quale urla in una smorfia di dolore.

John.
- AAAAAHHHHH!!!

Euterpe.
- è tempo di riprendere ciò che è mio!

3

in campo lungo Euterpe adagia l’inerte John sulla poltrona. Si vedono di profilo, da lontano, non si distinguono bene. La scena è come fuori dal tempo, non c’e sfondo, o tutto nero oppure tutto bianco, a piacere.

4
john è seduto sulla poltrona, è inquadrato dalle ginocchia in su, le braccia riverse in mezzo alle gambe stringono una seconda bottiglia di whisky. Il capo è di lato quasi a toccare la spalla, un rivolo di bava fuoriesce dalla bocca. Ha l’espressione da tonto, guarda nel vuoto.

John.
- g-ghh…morti o impazziti…impazziti…impazziti…

5-6
mezzo busto di ¾ di Euterpe che si dirige verso la quinta. Ora è bellissima, in carne, prosperosa e sorride soddisfatta, un po’ sinistra. In secondo piano il salotto così com’è con la poltrona al centro e la luce della luna che entra.

Euterpe.
- un buon compositore non imita; ruba *

*:
Igor Stravinskij

mercoledì 9 aprile 2008

"Eh, però, non ti sta mai bene un cazzo!" Il perchè di una nuova veste.





Non vi allarmate, non ho messo il mio nomignolo sopra alcuni dei migliori personaggi dei fumetti mai inventati per manie di grandezza!
Semplicemente, mi creava un pò di disagio aprire il mio blog e vedere quella veste new age, col titolo "volobasso coffè break", ma pausa de che? Mi sembrava che fosse un posto dove la gente arriva e si gode delle cose scritte..."si gode", questo presupporrebbe che siano scritte bene, sempre bene...nulla di più falso.
Mi sembrava di tirarmela un pò, ecco, e me ne dispiace.
Io non offro un servizio, un buon servizio...no, io mi esercito, mi diverto, scrivo, invento e vedo se quello che esce può piacere o meno, sperando di migliorare!
Vorrei pubblicare un buon fumetto, tutto qui.
Quindi, fanculo la pausa caffé, non si fa pausa, si impara!!!

Ora, se permettete, mi fumo una sigaretta, magari preceduta da un caffé!

lunedì 7 aprile 2008

-THE BAND - sottotitolo: DONKEY RACE - (Parte quattro)




Fortunatamente Simon arrivò nell’attimo indefinito in cui Tom di solito spegne la sua sigaretta ed infila la mano in tasca per prenderne un’altra.
Rimase fermo sulla porta, guardandoci sorridente. C’era qualcosa di particolare nei suoi occhi, ci guardava come un bambino pronto a spifferare la sua ultima marachella. Ma Simon non era più un bimbo, almeno nel corpo, e se di marachella si trattava, c’erano due belle tette ed un culo di mezzo.
Senza parlare cominciò a camminare e lo spettacolo fu alquanto grottesco: non era molto aggraziato nel deambulare anzi, era goffo. Facendola corta, sembrava che l’avesse preso tra le chiappe.

“Simon, ma che cazzo hai?” - dissi sereno e rassegnato.

“Eh, il pisello…mi fa male il pisello!”

Tom iniziò a ridere in modo isterico. Non che avesse afferrato di cosa si trattasse ma, conoscendo Simon, aveva intuito che c’era da sentire una storia bizzarra.

“Ok, cos’hai combinato questa volta?”- dissi io, paterno e pronto ad ascoltare di tutto.

“Mah, nulla di che…”

“Simon?”

“Ero arrapato…”

“Tu sei sempre arrapato!”

“Oh, Cristo! Vuoi venire al dunque? Ho bisogno di pettegolezzi, io!” - Questo era Tom, la peggiore comare sotto i trent’anni e di sesso maschile che potesse esserci in circolazione.

“Dammi prima una sigaretta…ed un goccio di caffè e…non ci sarebbe qualcosa di alcolico da metterci dentro?”

“Dovrebbe esserci rimasta della tequila, ma non so se col caffè ci sta bene.”

“Ma sì che ci sta bene!”

Comprendi le cose solo quando le vedi.
In quell’attimo vidi Simon versare della Tequila nel caffè, berlo, fare una smorfia di disapprovazione, accendersi la sigaretta, aspirare a pieno ed espirare con calma. Il tutto col sorriso, la pelle del volto distesa, i gesti precisi e fluidi.
Stava bene, sereno.
Non se ne rendeva conto, forse per lui era fin troppo normale stare bene e parlare di cazzate, e vederlo faceva stare bene anche me.

“Allora, ieri sera ero in quel troiaio…come si chiama…ah, sì: Ultra-Babes. Ero tranquillo a bere e fumare, guardavo culi, una tettona si aggrappava ad un palo da lap dance…la solita routine. Ad un certo punto si avvicina questa signora, avrà avuto quasi quarant’anni, mi chiede se può sedersi al mio tavolo. La guardo per bene prima di rispondere: un troione!!! Cristo, era proprio un puttanone leopardato! Inizia a parlare di stronzate, io non ascolto ma vedo. Vedo la scollatura, la bocca carnosa, lo spacco della gonna ed inizio a pensare. Lei si fa avanti con discorsi sempre più piccanti ed io inizio a non stare più nelle mutande. Rum, un giro, due, tre, al quarto avevo la sua lingua in gola ed il cazzo mi faceva capolino dietro le orecchie.”

Ormai quattro sigarette erano di nuovo accese e la scenografia calzava pienamente col racconto di Simon. Era mattina, forse ora di pranzo, non che questo importasse, c’eravamo noi, storie da raccontare, sbornie da smaltire eppure, qualcosa iniziava a fare - crack -.

“Sì, ma che cazzo c’entra questo col fatto che cammini a gambe aperte?!”

“E aspetta cazzo! Adesso ci arrivo! Dicevo, quella mi aveva fatto arrapare, la prendo e la porto nel bagno del locale…Dio, che scopata! Quando abbiamo finito non riuscivo a reggermi in piedi. Poi, mi riaggiusto un pò ma sento una cosa strana, come di bagnato…era sangue! Ho pensato - cazzo, a questa l’ho sfondata, che pisello che c’ho-. Le chiedo se va tutto bene, perché vedo del sangue e lei mi risponde che è tutto a posto e che è il mio.”

“Embé, che cazzo era successo?”

“Il perizoma!”

“Come, - il perizoma -?”

“Stavo talmente arrapato che l’ho messa a pecora vicino il muro, ho alzato la gonna e le ho scansato il perizoma per fare prima…ma era di pizzo! Mi sono sfregiato il cazzo strusciando avanti e dietro contro il pizzo!!!”

Il resto furono risate e aneddoti vari, “la vita”, direste.

giovedì 3 aprile 2008

Chiavi di ricerca.




Allora, sto partendo alla volta di roma per rimpatriarmi con amici-sceneggiatori e spero in buoni propositi e progetti!
Vorrei postare un raccontino ma non ne ho il tempo, quindi, inauguro una nuova etichetta: CHIAVI DI RICERCA.
Come molti di voi sapranno, grazie a shinystat è possibile vedere chi viene sul vostro blog (o sito, in generale) e la versione free offre la possibilità di vedere attraverso quali chiavi di ricerca vi approdano (sostanzialmente, quando andate su un motore di ricerca, mettete la parola di cui vi interessa trovare materiale e vi appaiono i vari link).

Ora, grazie a dio, qualcuno digita "volobasso blog" oppure "Gabriele Giarrusso", segno inequivocabile che tali anime pie cercano proprio me.
Molti digitano parole innoque, come "Ghostbuster" o "Strega" oppure "racconto".

tanti, invece, si sbizzarriscono in parole dal chiaro contenuto hard, porno ed affini...che buontemponi!!!

Ecco a voi una lista delle più simpatiche chiavi di ricerca che hanno permesso a molti di arrivare sul mio blog nei primi giorni di Aprile:

- FAT GIRL HOT

- GOLAPROFONDA

- IMMAGINI DI UOMO CHE SI FA I BOCCHINI DA SOLO (mio dio!!!)

- BELLO SENTIRSELO DENTRO IL CULO (mah, se a voi piace...)

- BREACK CULO (!)

- L'AMANTE PORCA PER L'UOMO REPRESSO (non c'è più limite!)


Fatto, periodicamente aggiornerò tale rubrica...Un appunto, qualcuno ha cercato "Antonella Del Greco" La mia ragazza....

"Te do na cricca che te crino come er titanic!"