lunedì 21 gennaio 2008

Gohan: la vita è un morso!




Premessa: il raccontino, che non è tanto un racconto, è dedicato al mio cane, il quale risponde (ma mica tanto) al nome di Gohan. Avrei voluto mettere una sua foto, ma il disgraziato non sta fermo un attimo ed è impossibile scattargliela. Quindi, metto l'immagine del personaggio che ha ispirato il suo nome: il piccolo Gohan, della saga Dragonball Z. Ma prima o poi, vi farò vedere il mio cagnone!


Il mio cane si chiama Gohan ed è un pastore tedesco, come il Papa.
Gohan è il mio cane, e quando il puzzo dei rivali sale fino alle narici si trasforma in Super Sayan.
Gohan ama le mattine primaverili, quelle del sole caldo ma non troppo, dove i seni iniziano a fare capolino da quella camicetta dal bottone latitante, aria frizzante, farfalle ed erbetta fresca sotto le zampe.
Mattinate fuori dal tempo dove può mettersi in giardino e fumarsi una sigaretta godendo.
Ordinerebbe anche un Disaronno, liscio, ma non ha i pollici opponibili.
Il mio cane riflette con l’aria di un bambino che ha appena rubato delle caramelle.
Ha letto Sartre, ma a lui l’incomunicabilità gli fa un baffo.
Già, non si sente un oggetto fungibile e appena può attacca bottone con tutti, leccatina o morso sulle chiappe, a seconda di quanto sei figlio di puttana, ché lui c’ha il fiuto.
Te lo immagini sfrecciare in nuvole di zucchero filato alla velocità di una 500 col motore truccato.
Giri e piroette, ed un giorno riuscirà a mordersi la coda.
Vorresti che ci fosse sempre il vento per vedergli il pelo ondeggiare, su e giù, come le onde del mare.
E ti domandi dove sia la differenza tra te e lui: se lo ferisci sanguina, se lo abbandoni piange, se lo avveleni muore e se lo ami morirebbe lo stesso, ma lo farebbe per te.
A ben riflettere, Gohan, rispetto a me, ha un vantaggio micidiale: non può parlare.
Cosicché, anche sotto tortura gli risulta impossibile dire cazzate.

lunedì 14 gennaio 2008

Free.



Un giorno qualunque, nei piani alti…anzi, altissimi.

“Benvenuto, Marco, hai fatto buon viaggio?”

“B-buon viaggio? Scusa, ma dove mi trovo?”

“In paradiso, mi sembra ovvio…ma scusami, non mi sono presentato, Io sono Dio”

“S-sono morto?”

“ -sono morto?- buon San Gabriele Arcangelo, salvaci tu!!! Scusa, non mi sembra che tu abbia condotto una vita ideale, cristianamente parlando, e non è che convoco in paradiso il primo peccatore che capita, certo che sei morto!!! Eppure ricordavo di avervi creato più intelligenti, voi umani…”

“Mi scusi la domanda stupida…”

“Figurati, anche gente come il buon Da Vinci mi ha chiesto la stessa cosa, credevo di essermici abituato, invece…”

“Ma, se sono morto, e mi trovo qui, vuol dire che mi sono guadagnato il paradiso!”

“Hem, veramente le cose non stanno proprio così. Diciamo che è un colloquio preliminare, un modo per conoscerci meglio.”

“Capisco, e di cosa volete…posso darle del -tu-?”

“Certo figliolo, mica ci formalizziamo qui…”

“Va bene, dicevo, di cosa vuoi parlare?”

“Mi incuriosiscono questi -tempi moderni-, e tu mi sembri il soggetto adatto per fare due chiacchiere…vorrei farti una domanda: cos’è per te la libertà?”

“Libertà?...mmm…beh, credo che libertà significhi poter essere capaci di autodeterminarsi nelle proprie scelte, svincolati da influenze esterne.”

“ a-u-t-o-d-e-t-e-r-m-i-n-a-r-s-i…porca puttana!!! Che parolone!!!”

“Porca puttana? Ma, Signore…”

“Beh, che c’è? Ho creato l’universo e voialtri in sei giorni (ed il settimo mi sono riposato, non gliene frega niente a nessuno ma il settimo giorno lo citano sempre) e non posso permettermi qualche parolaccia?”

“Il capo sei Tu…”

“Ecco, bravo…comunque, la tua versione di libertà mi soddisfa. Ora, tu credi di aver condotto un’esistenza libera?”

“Oddìo…hem, pardon…credo di sì…sì!”
“Bene, allora mi spieghi perché, quel giorno, quando avevi tredici anni, sei andato a vedere quel film porno con i tuoi amici anche se non volevi?

“Perché mi avrebbero dato del frocio…”

“E tu lo eri?”

“No!”

“Lo saresti diventato se ti avessero chiamato in quel modo?”

“No, di sicuro…ma comunque mi avrebbe dato fastidio essere chiamato così.”

“Se è per quello, bastava fare il filo ad Anna, che ti andava dietro, vi sareste baciati ed avresti messo tutti a tacere.”

“Effettivamente…”

“Bene, adiamo oltre. Dimmi, come mai hai iniziato a fumare, a sedici anni, anche se avevi una paura fottuta di prendere il cancro?”

“Tutti i miei amici fumavano, ed anche Claudia, la ragazza che mi piaceva.”

“Si, ma Claudia si è messa con Mario, e lui non fumava, e poi, credi che i tuoi amici non sarebbero stati più tali se non avessi fumato?”

“Non saprei, credo di no…voglio dire, ci volevamo tutti un gran bene, non avrebbe fatto differenza.”

“Ecco, ti sei risposto da solo. Ma rimaniamo ai sedici anni, hai iniziato a suonare la chitarra, ti sei impegnato, ma non avevi l’animo del chitarrista e te lo dice uno che di musica se ne intende…”

“Te ne intendi?”

“Cavolo! Hai presente tutti quei musicisti spettacolari morti prematuramente? Sono stato io, mi piacevano così tanto che li ho voluti qui da me, chiudendo un occhio su qualche peccato anche grave. Tipo, quel Pastorius, mi manda ai pazzi con quel basso!!! Vedi, negli imperscrutabili disegni divini, cioè i miei, tu saresti stato un grande violinista.”

“Ma il violino è da sfigati!”

“Oh bella, dillo a Paganini, se vuoi te lo chiamo. Comunque, chi dice che è da sfigati?”

“Tutti”

“Tutti chi?”

“Beh, non saprei, -tutti-!”

“Ok, tutti e nessuno, ma PER TE, era da sfigati?”

“Beh, non saprei, credo di no.”

“Ed hai lasciato che gli altri scegliessero per te. Ma non fossilizziamoci. Una cosa proprio non ho mai capito, sei sempre stato appassionato di letteratura, volevi fare il professore di italiano e sei finito a fare il notaio come tuo padre.”

“Ecco, è che i professori non guadagnano nà lira, e c’avevo il posto assicurato.”

“Mmm, io conosco tanti professori che conducono una vita molto dignitosa e poi, sono tanto importanti questi soldi? Aspetta, lo so che sono importanti, voglio dire, è così importante averne tanti, tantissimi?”

“Con i soldi puoi levarti gli sfizi.”

“Tipo le puttane?”

“C-come?”

“Sì, sì, le puttane hai capito bene. Non dirmi che non ci sei arrivato da solo? Sei sempre stato frustrato e represso per il tuo lavoro che non volevi fare, ed i soldi non costituivano questa grande consolazione, quindi hai cercato all’esterno quel qualcosa che potesse giovare al tuo umore, un qualcosa di forte, proibito. Certo, avresti potuto dedicarti ad uno sport estremo, che ne so, ma avresti anche potuto diventare un alcolizzato e un nevrotico depresso. Andare a puttane mi sembra un buon compromesso.”

“Signore così mi imbarazza…”

“Tu imbarazzato? Perché sono un po’ scurrile e crudo? Ma scusa, non sei tu quello che un anno fa, il 21 novembre, ha detto a quella libera professionista, e cito letteralmente: << vieni qui, troia, prendilo in bocca e ciuccialo fino all’ultima goccia!>>?”

“Ok, mi arrendo…”

“Continuiamo, Marco. Il giorno della tua morte indossavi un bel golfino viola…vai a vedere le coincidenze. Comunque, mi risulta che il viola non ti abbia mai entusiasmato come colore…”

“Eh, buon Dio, ma il viola va un casino quest’anno!!!”

“Certo, e chi lo dice, gli stilisti?”

“Sì, penso di si.”

“Scusa, ma non capisco. Ci saranno sette, otto grandi stilisti al mondo, giusto? A conti fatti sono di più i serial killer, sembrerebbe logico, secondo il tuo ragionamento, fare come loro ed ammazzare a destra e a manca.”

“Eh, ma ammazzare non è giusto!”

“Bravo, non è giusto. Quindi, mi vorresti dire che il tuo piccolo cervello riesce a distinguere ciò che è giusto da quello che non lo è in base ad una cosa grande come la vita di un uomo, e non riesce a scegliere di indossare un maglioncino di un colore che ti piace anziché un colore di merda che ha scelto uno stilista?”

“Touché…”

“Un’ultima cosa e la finiamo…so che ami tua moglie, allora perché farsi l’amante? Aspetta, aspetta, non dirmelo…- tutti hanno l’amante! No, no aspetta…ancora una cosa: quegli orrendi occhiali da sole Dolce&Gabbana da 400 euro, Gesù figlio mio, quanto ti stanno male! Scusa, ma non capisci che non è l’occhiale che ti valorizza e ti rende figo? Siete voi insieme che fate la differenza, se metti degli occhiali che ti stanno male fai diventare brutti anche loro. Secondo me, con un bel paio di Ray-Ban Aviator stavi meglio, e costano un centinaio di euri! Aspetta, e quella volta che hai venduto l’orticello e la piantagione di olive di tua nonna per poi spendere miliardi all’agricoltura biologica, solo perché fa figo? E quel periodo che stavi otto ore al giorno sulle chat e sui forum perché sennò eri out, senza renderti conto che eri out dalla vita vera?”

“Va bene, va bene…ho capito, non serve che tu mi citi altri episodi…allora, che si fa?”

“In che senso?”

“Inferno, purgatorio o paradiso?”

“No, niente purgatorio, non esiste. Ve lo siete inventati perché per voi tra i due estremi ci deve essere sempre qualcosa nel mezzo.”

“Allora, inferno o paradiso?”

“Ti rifaccio la domanda: credi di aver condotto un’esistenza libera?”

“Io non lo so, non so più niente…”

“Allora facciamo così, Marco. Tu te ne vai qualche migliaio d’anni all’inferno a rosolarti le chiappe, e quando il tuo buco di culo sarà bello fragrante e croccante ne riparleremo, ok?”

“Mi sta bene, Dio.”

“Andata allora, ciao Marco… Avanti il prossimo!!!”