sabato 4 agosto 2007

La Morte è uno scorfano - Vivere, anche se sei morto dentro...




A volte accadono delle cose rispetto alle quali non possiamo rimanere indifferenti, proprio non possiamo. Un tostapane, un frullatore potrebbero rimanere indifferenti, ma non noi che siamo esseri umani, purtroppo e per fortuna.
Parlo della Morte, sì, quella vera. Perché, c’è anche quella finta? Certo, la troviamo nei nostri amati films, fumetti, romanzi, canzoni…ma lì ci piace, ne rimaniamo affascinati, a volte la potremmo anche desiderare, magari per punire il cattivo di turno, ma quella vera, quella vera fa schifo.
Quella vera ti tocca dentro, proprio lì, in quel punto che solo tu conosci, e ti gela, inizia a rosicchiare qualcosa e va sempre più a fondo fino a quando non riesci a trovare un motivo per sorridere.
L’accadimento di cui parlo non mi riguarda in prima persona, ma ha colpito un mio amico, privandolo del proprio padre…e che vuoi dire? Non c’è nulla di vagamente intelligente da poter fare, nulla che potrebbe uscire dalla tua bocca ed avere una certa dignità.
Rimangono solo le riflessioni sulla fottutissima signora con la falce…al riguardo mi viene in mente un numero di Dylan Dog, “la prigione di carta”, sì, mi sembra che sia quello, scusate ma non mi va di controllare…in quell’albo, per la prima volta in vita mia ho visto rappresentare la Morte in un modo nuovo: era una ragazza grassa, brufolosa, con dei fondi di bottiglia sugli occhi, disgustosa alla vista nella sua umanità. Sempre nel Dylan Dog in questione, era contenuta una riflessione che approvo pienamente: la Morte non è una signora affascinante vestita di nero, non è quella figura che ti prende per mano e ti accompagna nella notte su un sentiero di cristallo, mentre la luna piena illumina di luce bianca l’oscurità. Non è quell’entità che ti salva dalle sofferenze, che ti accudisce e ti fa sognare, non ti sorride, non ti bacia, non ti accarezza mentre il mondo ti prende a calci e tu ti senti solo…non è la sorella della sera la quale è l’imago della fatal quiete…no. Queste sono visioni per poeti maledetti ed adolescenti brufolosi che non hanno ancora avuto modo di sbattere il muso contro la Morte vera. No, certe idee lasciamole a loro, non sono per noi che siamo gente comune che soffre ed è felice, che si ammala, piange, ama, s’incazza, che riesce ad essere contenta magari per cose piccole come prendere un caffé con amici e fumarsi una bella sigaretta. No, per gente come noi la Morte è com’Ë stata disegnata in quel Dylan Dog: è uno schifo, una ragazza grassa e brufolosa che nessuno vuole baciare…la Morte è uno scorfano, questa è la verità.
Quando ti imbatti in questa ragazza schifosa, qualcosa cambia del tutto ed è facile lasciarsi andare per sentieri oscuri, come si potrebbe evitarlo? Poi, penso ad altre persone, tipo Mauro…un amico al quale è accaduta la stessa disgrazia ad un’età nella quale un fatto del genere avrebbe piegato chiunque, frantumato ogni mente, spolpato ogni brandello di vitalità e ti avrebbe lasciato lì a marcire. Invece, cosa è successo? È successo che Mauro ha ventisei anni ed è una delle Persone migliori che conosca, una delle più sensibili, intelligenti, profonde, complesse, divertenti, sane, equilibrate…una persona alla quale affiderei la cosa che mi è più cara e direi: “Tieni, fanne ciò che vuoi”. Mauro si sta laureando con ottimi voti, è un mostro con la chitarra, scrive delle canzoni bellissime, è amato da tutti, ha una bella famiglia, ottimi amici ed una ragazza innamorata. Mauro ha vinto, sì, è un vincente…è stato baciato di striscio da quello scorfano e lui che ha fatto? Si è asciugato dallo scifo e l’ha presa a calci nel culo. Lo stesso dicasi per Luca, altro amico privato troppo presto del padre. Quindi, io mi sento troppo vicino al dolore di Valentino, Pierluigi e Rita…non riesco a levarmi dalla mente l’immagine di quella donna innamorata che accarezza un volto ormai freddo, non riesco a scrollarmi di dosso l’abbraccio in lacrime del mio amico, e sinceramente non voglio farlo, no, voglio tenermelo bene a mente per ricordarmi che sono vivo e che continuerò a farlo finché potrò, e lo farà anche il buon Balenco, perché lo so che lo farà. Lo farà perché anche lui è forte e dalla grande personalità e troverà il modo di reagire.
Non mi rimane che abbracciare i tre con tutto l’affetto che posso…ed augurare un buon viaggio a Corrado…ciao Leader!!!
Non senza tenere a mente che la Morte è uno scorfano.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao!
Sono arrivata qua dal sito di Emiliano. Però, scusa, che quel Dylan Dog era ispirato a Bukowski potevi scriverlo :)

Il Gabbrio ha detto...

Grazie per il passaggio sul mio blog!!!
Beh, hai ragione, ma quando ho scritto non ero perfettamente razionale e lucido, considerando anche che questo post è un'eccezione in quanto pubblico solo raccontini!!!