giovedì 3 maggio 2007

Attacco di Panico.





È accaduto troppo in fretta.
Penserete che stia esagerando, ma non è così.
Se chiudo gli occhi posso vedere benissimo il mio piccolo cuore, credo sia grande come un pugno, o almeno così dicono.
Lo vedo pompare all’impazzata in quell’anfratto buio ed umido che è il mio torace.
Tu-tum tu-tum tu-tum tu-tum, è veloce, troppo.
Si allarga e si contrae fregandosene dei b.p.m., pensa che resisterà, ma io voglio solo che smetta.
Sono intrappolato su questa sedia, è comoda sì, ma è il luogo dove si consumerà la mia morte, lo so.
Dio mio, qualcuno mi aiuti, non voglio essere qui.
Stringo forte i braccioli con le mani che sanno di umido salato, vorrei fare un bel respiro, uno di quelli lunghi, profondi, che portano ossigeno fino alla cellula più stanca e nascosta, ma non è possibile, è tutto inutile.
Tra poco esploderò in un pianto isterico, sento già le lacrime spingere forte mentre ruoto i bulbi oculari all’impazzata cercando di registrare tutto ciò che mi circonda.
Il bastardo ha messo uno specchio di fronte, lurido figlio di puttana.
Vuole che non perda nemmeno un fotogramma di quello che accadrà.
Mi guardo, impotente, immobile, sul punto di scoppiare, e capisco che è solo questione di attimi.
Sgrano gli occhi fino a farli fuoriuscire, il terrore mi dipinge mille gocce di sudore sul volto ed il cuore si ferma, anche se per poco, alla vista della lama affilata, lucente, pura e quasi innocente a vederla.
Lui sorride, porco schifoso.
Si avvicina, mi accarezza il capo dicendo di rilassarmi, di chiudere gli occhi.
Dio, Dio, Dio…aiutatemi, vi prego!
So cosa sta per accadere: presto afferrerà i miei capelli e chinerà all’indietro il mio capo.
Non sarà una cosa veloce, ma lenta e dolorosa, molto.
Immagino perfettamente la lama che entrerà delicata come una lingua in un bacio carico di passione e tenerezza.
Piano, lentamente, si farà strada lungo la mia gola.
Con l’avanzare lo squarcio si allargherà come un secondo sorriso, ma questo sarà tetro, e avrà il colore rosso scuro, lucente, denso.
Una cascata di sangue purpureo colerà giù per il collo, fino al petto, mi riscalderà, mi avvolgerà negli ultimi istanti della mia giovane vita.
Tutto finirà quando ormai la mia testa sembrerà staccarsi dal collo e il mio sguardo sarà rivolto al cielo, inespressivo come quello di uno squalo, e carico di terrore e lacrime e di perché.
Sento la lama carezzarmi il volto, sadico pezzo di merda.
Avanti, finiamola qui, dacci un taglio…
“dacci un taglio”…ah, ah, mi vengono anche in punto di morte le battute.
Va bene, basta, il terrore mi ha rapito e trasformato in un pilastro di cemento, rigido come il morto che presto sarò…basta, muoio in silenzio.
“Et voilà, ecco fatto, signore…come nuovo. Fanno dieci euro, per lei un prezzo di favore!”.
“Già fatto? Complimenti, ottimo lavoro. Ecco a lei, e questa è una piccola mancia per il lavoro ben fatto.”
“Grazie signore, torni presto”.
Beh, lo ammetto, ho esagerato…però, la prossima volta, la barba me la faccio da solo.

4 commenti:

madmac ha detto...

anche se ho intuito il finale per tempo, finora è il tuo pezzo che mi piace di più, più controllato di altri

Il Gabbrio ha detto...

Grazie! Il controllo è cosa difficile da raggiungere, ed infatti credo che in questo brano, come in altri, non ce ne sia...ma mi fido del tuo parere!!!

Anonimo ha detto...

Ciao gabbbbrio.....
complimenti per il tuo blog.. molto definitivo...ti stai divertendo come un pazzo a scrivere questi bei racconti!?!.. io penso proprio di si.. cmq ti riesce molto bene.. vedo che stai migliorando di volta in volta... complimenti.. continua così.. kuntz

Il Gabbrio ha detto...

Che belloooo!!! Ci sei anche tu!
Grazie per i complimenti, beh, io ci provo...dopotutto, cerco di mettere in pratica gli insegnamenti di Lorenzo!
Ma vedo che anche tu, con le tue foto, vai alla grande...continua così.
purtroppo, la conclusione della demo pare ancora lontana, ma appena finita ci voglio una tua foto come copertina!!!
Ciao, e grazie di nuovo!