sabato 21 aprile 2007

Vola Lupin, vola...



“seno, vita, fianchi…tesoro, non puoi sbagliare!”
mmm…110 sinistra; 60 destra; 90 sinistra e Tlak, ancora una cassaforte violata!
Cara, dolce, velenosa Fujiko una combinazione mozzafiato, se solo potessi aprirti come un vano blindato.
Ancora una meraviglia sgraffignata, una melodia di scassi, strisciate furtive, adrenalina assaporata.
Giacca rossa o verde? Mah, non so.
Il furto ha i colori dell’arcobaleno, ma io, in fondo, ci vedo i tuoi occhi: un mare sopra i monti, cielo liquido che cola come la mia bava quando ti vedo, così morbida, letale e perché no, anche un po’ porca.
Una corona d’oro, l’ennesimo lingotto, una tela orfana da accudire.
Telo come un gatto verso il topo, cuore da leone e faccia da scimmia, ma che ci volete fare, anche così, va a meraviglia.
Ma a ben pensarci, le meraviglie del mondo sono altre, ed io le ho tutte.
Le meraviglie hanno una barbaccia ispida, lanciano segnali di fumo da una sigaretta sbilenca e non parlano mai, se non attraverso una Smith & Wesson. Ogni tiro è un centro ed ogni centro è fatto a caso.
Le meraviglie hanno sandali di legno secolare, la forza e l’onore di mille samurai allineati in una scatola per sardine e la spada improbabile dal taglio impossibile.
L’altra meraviglia ti scioglie il cuore, lo fonde come l’anello nel Monte Fato e lo rivolta come un calzino per poi ridartelo tutto ciancicato. Ha seni su cui dormire e sognare, sogni a luci rosse fatti di guepiere, e balze e tacchi alti, carezze morbide che se le vuoi dietro devi penare.
Ora, in fuga, mi giro un attimo, uno solo e le vedo: tutte queste meraviglie al mio fianco.
Rimbalzo col mio macinino giallo su nuvole di zucchero filato, fuga in derapata dal sorriso birichino e lo sguardo alla Bruce Willis.
Fuggo ma non scappo, perché è questo che amo.
Uno sguardo millimetrico allo specchietto ed ecco la gioia della mia vita.
L’ultima meraviglia, “papà Zenigata”…eh, se non ci fosse.
Andò sta Zazà, uè maronna mia…
È il tratto sulla tela, lo scalpello sulla pietra grezza, le note sul pentagramma.
Io scappo, sì, ma non mi prenderà. Perché sono bravo? No.
Il macinino è stretto, il ladro al volante, pistolero di fianco, le tettone di dietro e la spada sul tetto.
Via, via così, verso il sole del tramonto marino…in fuga per sempre, dalla sera al mattino.

8 commenti:

Riccardo Torti ha detto...

sei tu che sei bravo o c'hai un buon maestro? :asd:

Il Gabbrio ha detto...

Grazie!!!
tutto merito del maestro, ma tu non dirglielo, sennò se la crede!!! : )

Anonimo ha detto...

questa volta ti sei proprio superato!
Ogni racconto è più bello dell'altro...non vedo l'ora che pubblichi il prossimo!
Ma come fai?

Il Gabbrio ha detto...

grazie, ma tu sei di parte, giusto?
un bacio te lo meriti comunque!!!

Anonimo ha detto...

..ed anche questa volta sono rimasta affascinata e coinvolta da ciò che ho letto..è talmente tangibile quanto di te e della tua sensibile passione ci sia!!
..è come ritrovare qualcosa che avevi perso tempo fa: non ce l'hai avuta + davanti e l'hai quasi dimenticata, ma quando riapri quel cassetto ed è di nuovo lì..non può che appartenerti prepotentemente di nuovo!!
Complimenti sbadigliorso!! ;op

Il Gabbrio ha detto...

ohhh...grazie, mi fai arrossire!!!
un baciorso tutto per te!

RRobe ha detto...

Bravo!

Il Gabbrio ha detto...

l'ultima cosa che mi aspettavo di trovare, tornando dal corso di sceneggiatura, è un tuo commento!
Mi è molto gradito, grazie!