martedì 24 aprile 2007

il vostro amichevole Yuppie di quartiere.




“Young Urban Professional”.
No, tesoro, non dirlo.
“Sei uno Yuppie”.
Oddìo, non dirlo che mi eccito, e si sa, se mi sale l’ispirazione va a finire che ci rimetti qualcosa, che ne so, un dito, l’orecchio, o potrei strapparti il tuo bel clitoride con una pinza. Sai, è tutta cromata, se fosse di Armani sarebbe certamente meglio, ma non pensiamoci, o va a finire che mi arrapo sul serio!
La Manhattan metà anni 80 è una Wonderland di giacche dalle spalle larghe, portafogli panciuti dal sorriso verde e grinzoso, abiti con testa di Medusa, valigette di pelle (i più fortunati l’hanno di pelle umana), puttane per uomini grandi ma votati a piccole labbra.
Scivolo viscido su skate mentale, Phill Collins e electro drum in vena, colletto bianco, ma così bianco da mandare a cagare la neve, il ricordo di uno schizzo di sangue, quello della sera prima, ed eccomi nel regno: Wall Street.
Mille volti in teca, oggi ho preso quello indifferente - non so - prenoto un tavolo al Dorsia – ti scopo con lo sguardo – poi osservo come sei foderata dentro.
Avevo appena pensato alla serata perfetta, una di quelle dove, se ti va di lusso, incontri Donald Trump, quando arriva quel macaco: Mark, Matt, Mac? Mah, l’ho detto che oggi o preso il volto “non so”.
Ha la narice color ciliegia, e scommetto che non è raffreddore, nulla di strano per un tipo “Papà, mi hanno sbattuto da Harvard perché mi sbattevo il mio amico, puoi vedere se c’è un buco di culo a Yale?”
Mi sfida con occhi di marmo, ed ecco che si consuma la tragedia, mi mostra il suo biglietto: è perfetto, una tonalità di bianco indefinito, ipnotico, lo stomaco è pronto a restituirmi la colazione, tanto è il disagio; taglio perfetto, angoli mistici, a metà tra il vivo e l’arrotondato; rilievi da spasmi microtech, e quel carattere duro, nero, così deciso da trascinarti ad esso fino a farti sbattere il muso.
Sorrido, quando vedo l’orrore: la filigrana!
Quel fottuto biglietto da visita ha la filigrana!
La bocca sorride ma gli occhi sono troppo giovani e delicati per nascondere l’indignazione, l’angoscia dell’invidia e la voglia di scaraventarmi su quel bel faccino, infilare le dita nelle orbite fino a sentire lo splash dei bulbi, tremo tutto al solo pensiero.
Lo seguo nel bagno.
Faccio a Squash con i miei pensieri: due mani attorno al collo o gli frantumo il grugno su orinatoi per piscio da cento dollari a cl?
Ho un gessato da non macchiare, vada per lo strangolamento.
Mi vede dallo specchio, sorride, sorrido.
Il resto è un quadro pop art, strabuzza gli occhi mentre gli rubo istanti di vita preziosi, non oppone resistenza, lo yuppie muore con classe!
Schiumo bava che sa di gioia, sorrido e gli racconto di come i Duran Duran riescano ad incanalare nelle loro melodie il gusto di anni futili, di come mi senta tutto eccitato e che me lo scoperei a sangue se solo fossi più donna e più troia, tanto è bello nell’istante in cui muore.
Beh, qui ho finito…credo che prenoterò al Dorsia, magari invito Bret Easton Ellis.
Ah, dimenticavo: “mi chiamo Patrick Bateman, broker di professione, maniaco per diletto, potrei invitarvi a bere qualcosa, lasciatemi pure il vostro biglietto da visita…”

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Procedendo con la lettura ho assaporato atmosfere irrespirabili, violenza e trivialità, edonismo e licenziosità di una realtà stereotipata e soporifera. Hai reso alla perfezione un incalzare acido e soffocante..e x giunta aggiungendo un pizzico di sordida eleganza!! Bravissimo!!! ;oD

Il Gabbrio ha detto...

Smack!!!

Anonimo ha detto...

Suadente e spigoloso come solo un Gabbrio sa essere..ma attento...sappi che se dovessero inserirlo nella sceneggiatura di un "American Psycho 3" il protagonista uscirebbe dal bagno sulle note di "everybody wants to rule the world" dei tears for fears...riusciresti a sopportarlo?

p.s. credo di essere l'unico coglione che si aspettava che "comunicazione di servizio" e "tempo" fossero due racconti!

Il Gabbrio ha detto...

"suadente" detto da te mi fa stare un pò sul chi va là...non ti offendi se stringo le chiappe, vero?
grazie per essere passato sul blog!