mercoledì 2 luglio 2008

Il coraggio di essere uomini.





Passò il panno morbido sulle corde, il manico e il corpo, come sempre dopo un’esibizione. Un’accortezza che lui sentiva più come un gesto di rispetto verso il suo strumento che come un atto dovuto.
Poi, una sigaretta in solitario fuori dal locale completava il rito.
Una sigaretta maledetta quella che chiude un’esibizione live: per quanto tu sia lento lei finisce sempre troppo presto.
Proprio mentre rifletteva su questa cosa si avvicinò un ragazzino, avrà avuto poco meno di vent’anni.
Si presentò cortesemente chiedendo se fosse di disturbo. Lui sorrise dall’alto dei suoi quarantaquattro anni e lo accolse benevolo.

- No, ma quale disturbo? Dimmi… -

Il ragazzo voleva semplicemente complimentarsi col musicista e ringraziarlo per avergli fatto passare una bella serata. Lui sorrise imbarazzato e non senza far notare che il merito era della band completa, non solo sua.
Matteo, così si chiamava il giovane, annuì e ci tenne a specificare che i complimenti andavano in particolare a lui perché suonavano lo stesso strumento.
L’uomo si bloccò per una frazione di tempo e studiò il ragazzo. Col passare degli anni aveva imparato a riconoscere i musicisti da come si presentavano, ma i ragazzi sfuggono a qualsiasi analisi, la forza dei loro sogni è talmente forte che esplode dagli occhi e li rende tutti uguali.

- E così anche tu suoni il basso…c’è qualche brano in particolare che ti è piaciuto? –

Matteo riusciva a stento a trattenere il suo imbarazzo, ne aveva riconosciuto uno solo in tutto il repertorio e temeva di fare una brutta figura. Tuttavia fu sincero, anche perché se mentendo fosse stato scoperto, la figura sarebbe stata ben peggiore.

- Solo “The Kitchen” il brano di Pastorius…è che non ascolto molto il jazz. –

L’altro sorrise paternamente.

- Chicken…il brano è intitolato “The Chicken”, kitchen significa cucina, ma non preoccuparti è facile sbagliarsi. E non preoccuparti se non ascolti jazz, quando e se sarai pronto allargherai la tua mente ed ascolterai tutto quello che sia ben fatto, per il momento accontentati di seguire l’istinto…a proposito, sai perché il brano di Pastorius si intitola “Il Pollo”? –

Parlando passarono tre, quattro sigarette. Lui non aveva mai amato parlare di musica, dal momento che suoni, e bene, non c’è motivo di parlarne. Così la pensava. Infatti fu bravo a disegnare percorsi alternativi che portarono il ragazzo a scoprirsi, a parlare di sé, della vita. Certo, la musica in sottofondo, ma semplicemente un pretesto per viaggiare con la mente. Capì molto di Matteo in poco. Il suo disagio era vivo e graffiava. Quel corpo magro a malapena riusciva a trattenerlo e la paura passava tutta attraverso quella postura lievemente ricurva, gli occhi spesso a terra e le mani in tasca. Ma Matteo aveva anche uno sguardo tremendamente intelligente, parlava bene ed argomentava senza sputare sentenze immotivate; cosa tipica, il sentenziare con presunzione, di chi crede di essere migliore degli altri.
Il quasi quarantacinquenne aspettava quella domanda come si aspetta un verdetto e quella arrivò puntuale e precisa:

- Io vorrei continuare a studiare musica dopo le superiori, ma ho paura. Se dovessi diventare un morto di fame? I miei si aspettano che vada all’università e forse potrei non avere il loro sostegno, specie economico, se mi dedicassi solo alla musica. Secondo lei che dovrei fare? –

Solo un diciottenne poteva fare una domanda così brutale. L’uomo gli posò una mano sulla spalla e tacque per alcuni secondi, eterni. Cosa dire? Quale insegnamento dare? Come si può rischiare di indirizzare una vita verso una direzione magari sbagliata? Chi era per farlo? Certo, si trattava di esprimere semplicemente un’opinione personale, ma non era così. Il ragazzo chiedeva aiuto e quando sei disposto a chiederlo al primo sconosciuto che ti capita a tiro, magari potresti dargli anche retta.
Lui cercò la soluzione al quesito e ponderò attentamente:

-Sai, Matteo, io credo che il problema non sia la musica, l’università…no, tu hai paura. Hai paura dei tuoi genitori, hai paura del giudizio degli altri e questo ti blocca, non ti fa scegliere. Io non ti dirò cosa devi fare, perché non posso. Quello che voglio dirti è di non aver paura di scegliere. Quando pensi di essere convinto, fallo, scegli. E non pensare che la vita finisca lì, in una scelta magari sbagliata. Sei giovane e ti assicuro che una seconda possibilità ce l’hanno tutti, non aver paura di sbagliare. –

La conversazione durò pochi minuti ancora, convenevoli, ringraziamenti, nulla di più.
Matteo si allontanò, guardava in aria, verso il cielo scuro, la luna, le stelle.
L’uomo si accese una sigaretta.
Guardava la sua auto da ottantamila euro parcheggiata davanti al locale. Uno sfizio, una voglia, magari un simbolo.
Pensò a quando terminò le superiori. Studiava basso elettrico già da tre anni ed era diventato bravo, molto. Tanto bravo da dover scegliere tra uno studio matto della musica, otto, nove ore al giorno, oppure l’università.
L’errore te lo ritrovi dietro la schiena in un corridoio buio, come un assassino.
Lui si girò, lo guardò negli occhi e gli sorrise con disprezzo.
Poi tornò dagli altri per salutarli, il pomeriggio seguente avrebbe dovuto effettuare un’operazione a cuore aperto, una vita dipendeva dalle sue mani e doveva essere pronto.

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Vermente bello!Non lo dico per come è scritto perchè io di stili ne capisco veramente poco, lo dico perchè parla di una delle paure più grandi che abbiamo:sbagliare.
A volte è difficile fare qualcosa senza dipendere dal giudizio altrui, io ho sbagliato, tu hai sbagliato, ne sappiamo qualcosa.
Ma è bello vedere che il protagonista non ha dovuto scegliere...medico e bassista!
Allora io sarò avvocato e parrucchiera!(scherzo era per adrammatizzare!)Un bacio Antonella

Lester K. Chaykin ha detto...

I racconti di origine "musicale" mi fanno sempre un bell'effetto. Se parlano di Jaco, meglio ancora.
Sulla storia delle scelte sbagliate ce ne sarebbe da dire.
Sei riuscito a condensare, con poche parole, amarezze e dissapori di una vita sempre nel dubbio.
Adesso, però, corro a documentarmi sul perchè Pastorius chiamo "Pollo" il suo brano!!!

Cirincione ha detto...

Mi è piaciuto veramente molto, anche perché anche io sono da tempo (anni) attanagliato tra il potere e la responsabilità, come Spidey (si, tra poco prendo i miei psicofarmaci!) e il Matteo di questo racconto... ...speriamo, nella vita, di averne anche una terza e una quarta e una quinta di possibilità!! Da qualche parte si potranno inserire i gettoni per i continue!!

Baol ha detto...

Beh anche per essere un luzzo ci vuole coraggio...


Scemenze a parte...forse avrei dovuto trovarlo anche io, a 18 anni, un "musicista" che mi dicesse quella stessa cosa lì...

Davide Demonico ha detto...

Bellissimo,Gabriele.
Mi piace molto sia per come è scritto,sia per il tema affrontato.
Lo definirei quasi un racconto "paterno"! ;)

stellastale ha detto...

non aver paura della paura... i 18 li ho passati da un po' ma credo che questo devo sempre ricordarmelo
complimenti per il tuo blog e il modo in cui ti presenti

Spiridion ha detto...

Una seconda opportunità non si nega a nessuno, ma credo che nel tuo caso basti la prima....Viva Jaco!

Il Gabbrio ha detto...

@ Anto

Se ti è piaciuto va bene così, non serve conoscere le regole per scrivere, suonare ecc per dire se una cosa ti piace! : )
Gli errori sono sempre dietro l'angolo e se ci si incappa, va bene, capita, ma si può sempre rimediare, vero tesoro?
Avvocato e parrucchiera mi piace un casino!!! Un bacio!!!

@ Wally

Grazie Wally, sempre troppo buono...beh, di musica ne so un pò, prima o poi il racconto che si aggancia al tema ci scappa, anche se in questo la musica è solo un pretesto e, in realtà, c'è molto di reale in quello che ho scritto!
Se non riesci a documentarti sul pollo, ti svelo io la soluzione! : )

@ Cirincione

Chi si vede!!! : )
Io ho un sacco di gettoni ma non riesco a trovare il posto in cui metterli...porca troia!!!
Grazie bello!

@ Baol

mmm...un destino comune a molti, porca troia, meglio essere un luzzo!!!

@ il Dave

Grazie tanto!!!
Beh, a diciotto anni ci si passa tutti e sò cazzi!!!

@ Stellastale

Benvenuta sul blog!!!
Grazie dei complimenti e appena ho calma passo da te...
Torna quando vuoi che qui si è in buona compagnia!

@ Spiridion

Mah...anche una terza non mi farebbe schifo!!!
Viva Jaco e il pollo!!! : D

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

Bello :)
Io di "musicisti" così ne ho incontrati tre e ognuno mi ha detto una cosa diversa... infatti regna ancora in me la CCCDIC (Ciclica Confusione Cosmica da Indeciso Cronico).

Lester K. Chaykin ha detto...

Ti ho inviato una mail, all'indirizzo specificato nel tuo profilo. Spero sia arrivata ;)

Il Gabbrio ha detto...

@ Fabrizio Lo Bianco

Hei, soffriamo della stessa sindrome allora!!! ; )
Grazie tanto per essere passato e per il complimento, graditissimo!

-harlock- ha detto...

Bravo, gabbrio, davvero bello.
Sarò sincero: non lo trovo particolarmente ben scritto - non che sia scritto male, intendiamoci! - ma semplicemente ci sono alcuni passaggi e alcune ripetizioni che tradiscono che forse è stato scritto un po' di getto.
Proprio questo è al contempo il suo punto di forza. Questo racconto ha un'anima vibrante, forte. Si sente che hai scritto di qualcosa che ti interessava veramente e che conosci, che è sempre la condizione migliore.
E poi mi hai fregato col finale che, ti assicuro, non è cosa facile..:)
Insomma, bravo.

Il Gabbrio ha detto...

@ Harlock

Grazie Matteo! : )
Questi commenti sono a me particolarmente graditi perché mi mettono in discussione.
Devo dirti che hai ragione, l'ho scritto subito dopo aver avuto quel sapore, quell'intuizione che dà il via e l'ho terminato in poco tempo e poi postato...
I raccontini che scrivo nascono tutti così, al contrario dei soggetti e sceneggiature che leggo e rileggo, ci sto sopra giorni a nche su un particolare per non lasciare nulla al caso, ma forse dovrei fare così anche per i racconti perché qui non pubblico le mie sceneggiature, quindi chi mi conosce lo fa attraverso i raccontini e forse sarebbe anche il caso di dare un'impressione migliore attraverso loro. Stante il fatto che anche per una questione personale dovrei prestare più attenzione ai racconti!
Grazie di cuore, Matteo! : )

TSUNAMI ha detto...

Bello:)
Sì sì...
Mi è piaciuto...
Strambo...
Musicista e scrittore...
Binomio interessante e decisamente non comune.
Ma siete tutti di Cassino!!!!
Prima o poi ci devo venire:)
Al prossimo racconto
Tsu

Il Gabbrio ha detto...

@ Tsunami

Grazie e benvenuta!!! : D
Tutti di cassino? Tutti chi? : o
Comunque, a cassino o ti inventi qualcosa o so cazzi...non c'è molto da fare!!!

TSUNAMI ha detto...

Per esempio Dave qui sopra e un'altra ragazza che ho conosciuto sul blog:)
Guarda che pure qua se more de pizzichi...^_^

Il Gabbrio ha detto...

Sapevo de Il DAve, ma da come avevi detto sembravano una decina di persone!!!

Se more de pizzichi è bellissimo!!! : D

Anonimo ha detto...

Finalmente riesco a ritargliarmi due secondi per passare su Volo Basso... ed è sempre un grande piacere.

Concordo con chi ha detto che i racconti con sfondo musicale siano particolarmente affascinanti... e questo è davvero ben fatto.

Si vede che conosci bene la materia, del resto un tizio che ne sapeva molto più di noi diceva sempre scrivi solo quello che conosci...

Entro un paio di giorni metto anch'io un nuovo racconto, nel frattempo ti faccio ancora i complimenti. Avanti così, Gabbrio!

Il Gabbrio ha detto...

Grazie Andrea, veramente!!! : )
I racconti musicali affascinano, verissimo...forse perché chi è un pò sensibile ed apprezza leggere non può non essere affascinato dalla musica e dal suo mondo...io quel mondo lo vivo intimamente e la sua versione materiale/commerciale l'ho sfiorata bruciacchiandomi... : )

Aspetto il tuo racconto!!! : )
Grazie!

Francesco De Paolis ha detto...

Son venuto a ricambiare i complimenti, bellissimo questo racconto, nell'indeciso cronico mi ci riconosco anche troppo.