mercoledì 5 settembre 2007
Solo per un brivido
In uno squallido ufficio, di uno squallido detective privato, in una squallida città, la vita scorre secondo piani e regole del tutto falsate rispetto a quello che voi potreste chiamare “normalità”.
La pioggia si suicida rumorosa lungo il vetro della finestra e il detective sente la metropoli come un pugno ben assestato alla bocca dello stomaco.
Il buon Jack cerca un minimo di spazio nel posacenere ormai colmo di mozziconi, ma alla fine si arrende alla necessità di ciccare sul pavimento ormai sudicio da anni.
Il fumo esce dalla bocca e crea vive figure pronte a dissolversi in un attimo. Jack si accarezza la barba poco curata e pensa che quel gioco di forme gli piace, come quando da bambino giocava con le bolle di sapone, solo che ora al suo posto c’è dell’aromatico tabacco, capace di poter bruciare ogni singola cellula sana all’interno di quei polmoni malandati.
Non un cliente da mesi: la vita a volte ti sputa in faccia e non fai in tempo ad asciugarti che già ti ha dato un bel calcio nel culo.
Mentre butta giù un sorso di fuoco e soffia aria calda vede una figura davanti alla sua porta in vetro opaco.
Non bussa, non si presenta, non sorride, entra semplicemente con fare sicuro, come un giaguaro con la preda e sbatte un bel seno tondo dritto davanti la faccia di Jack.
Lei è mora, ha i capelli che sanno di paradiso, una bocca fatta per mentire ed un profumo che renderebbe idiota anche il più arguto degli uomini.
Il silenzio diventa improvvisamente più eloquente di mille parole. Si guardano, lui riesce a fare una smorfia simile ad un sorriso, lei, lo asseconda col movimento del corpo. Leggera come l’aria muove quei tacchi alti almeno dodici centimetri attorno alla scrivania, divarica le gambe del detective e ci si pianta dritta in mezzo e, guardandolo dall’alto, con una voce profonda ma tremendamente femminile:
“Dicono che sei uno bravo, credi di esserlo abbastanza per me?”
“Tu dimmi cosa c’è da fare, ed al resto ci penso io.”
La donna a questo punto sorride beffarda, ha una strana luce negli occhi ed emana una vibrazione che ha il sapore di guai.
“Ci penso io? Non credo proprio, bello…lascia fare a me.”
L’angelo demonio si china lentamente, afferra il detective dietro la nuca e lo immobilizza con un bacio fatale. La pioggia continua la sua danza tribale sui vetri della finestra lasciando intravedere le sagome dei due, buie, illuminate da una tenue lampada da scrivania. Ora sono uniti, lei lo sovrasta decisa dall’alto, lui, asseconda il suo volere rimanendo con una mano sul bicchiere e l’altra con la sigaretta tra le dita.
Terminato l’attimo di passione la donna si volta con un fare che lo drizzerebbe anche ad un morto, solo il rumore dei tacchi a spillo l’accompagna verso l’uscita, un attimo, velocissimo e si gira sorridente e soddisfatta, come se avesse provato mille orgasmi:
“Avevano ragione…sei uno bravo, bye bye detective.”
E con un piccolo cenno della mano di fata, richiude la porta alle sue spalle e svanisce nel buio di uno sporco corridoio, lasciano lo squallido detective, in uno squallido ufficio di una squallida città, a riflettere sulle regole della vita, ma con il profumo di un angelo sulle labbra.
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13 commenti:
a dir poco sorprendente, ma soprattutto molto, molto ben scritto
ciao!
Grazie Sté, detto da te è un gran complimento!!! : )
da questo squallido computer, in una squallida stanza di una squallida città..
Complimenti...
A presto ( a breve tocca iniziare a prenotare con gli altri per Lucca..)!!
Grazie Giulio, sempre puntuale e carino nei complimenti!
Dài che Roma non è così squallida, prova a passare un mesetto a Cassino e poi ne riparliamo ; )
Per Lucca, mi trovi in pole position, a presto!
caspiterina che scrittore!
:)
Scrittore...mmm, è proprio un parolone, ma grazie infinite comunque : )
Egregio scrittore, c'è stato un misunderstanding... con il termine squallida mi riferivo solo al testo, non volevo offendere la mia cara città... che poi anche Cassino non è così male...
Lucca, arriviamo!!!!!
Cassino, per un forestiero e, sempre se presa a piccole dosi, potrebbe anche risultare molto piacevole...ma se ci vivi e sei una persona esigente, specie da un punto di vista socio-culturale, ti accorgi che devi inventarti qualcosa, sennò è la fine...io ho dovuto inventarmi di essere un bassista impegnato, un insegnante di spinning, anche uno sceneggiatore in erba...nonché uno studente universitario...però, almeno, è una città a misura d'uomo che ti permette di coltivare sane amicizie! ; )
ma queste donne esistono davvero o resteranno sempre un insieme di parole scritte?.. un bell'ambientazione noir che risveglia ricordi di film lontani.. bravo gabrio
Queste donne esistono nella mia mente...insieme a tutti gli altri personaggi, diciamo che c'è un microcosmo molto attivo nella mia testolina, e poi, per le donne, lo sai che per me ce ne una sola! : )
gabriele i 50 euro per questo finale di commento posso darteli il mese prossimo?
sono un pò a corto di liquidi ultimamente...
il lavoro sulla salaria non rende più da quando sono arrivate quelle biondone dall'est!
qualche link tra i tuoi lo conosco qualcun'altro no... domani sbircio meglio.
arrivo dal blog di giorgio (pontrelli)
ciao!
Grazie per il passaggio sul blog!!! : D
Ora mi faccio un giro sul tuo, torna pure quando vuoi!!!
Ciao!
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