martedì 25 settembre 2007

il relativismo della Verità (Terza ed ultima parte)




Premessa: la treza parte è quella che mi piace di meno, ma l'avevo scritta e non mi andava di rifarla! : )




Il primo passo è fatto, ormai: mi sono palesemente mostrato ostile ad un uomo di chiesa, cosa che potrebbe farmi meritare il pubblico rogo. Ma non importa, ciò che mi preme è che io mantenga la calma per arrivare fino in fondo, che io riesca ad essere lucido, senza farmi sovvertire dalle emozioni.
Padre Lorenzo ha abbandonato il suo ghigno di superiorità, avverte il pericolo nell’aria e la cosa non gli piace.
È evidentemente preoccupato, il docile mercante, che fino a pochi attimi prima aveva in pugno per via di sua figlia, si è rivelato un ben astuto rivale, e questo lo irrita tremendamente, al punto di fargli scivolare vistose gocce di sudore lungo il volto di pietra.
Continua a ribadire che non firmerà mai tale amenità, gli sorrido quasi benevolo ed impartisco i comandi ai miei figli:

“Non vuole firmare? Crede che quanto scritto non corrisponda al vero? Bene! Lo dimostri…
Miguel, Antonio…vogliate bloccare padre Lorenzo e legarlo per bene con la corda!”

L’espressione dei due ragazzi, appena ventenni, non è delle migliori, in un attimo percepisco il loro smarrimento, lo stupore per aver capito dove io voglia arrivare e, contemporaneamente, leggo la loro accusa di pazzia nei miei confronti.
Ma sono prole ben educata e devota, dopo un primo attimo di tentennamento fanno esattamente ciò che ho ordinato.
Il padre è disteso faccia in giù sulla tavola, non si ribella, troppo è lo stupore. I miei figli prendono la corda e la legano salda ai polsi, avendo cura di mettere bene le braccia di padre Lorenzo dietro la sua schiena. Finito di stringere il nodo, ordino di far passare la corda attraverso il robusto lampadario, in modo da poter formare una carrucola. Mia moglie capisce pienamente il mio sadico disegno e, piena di timore, scatta in piedi e si ritira nelle sue stanza, in lacrime.
Il congegno è armato, guardo padre Lorenzo, mi avvicino al suo volto, lo guardo, lo esamino, il mio fiato è vicino al suo e gli chiedo per l’ultima volta se vuole firmare. Il malcapitato, e badate, non ho usato a caso tale espressione, non emette un suono.

“Bene, non dice nulla? Antonio, Miguel, sollevatelo!”

I ragazzi eseguono.
Vedo il corpo del padre sollevarsi da terra, le braccia tirate verso l’alto, posso udire l’articolazione della spalla scricchiolare. Mi avvicino.
Lo guardo in volto ed aspetto. Il colore roseo di padre Lorenzo passa a toni ben più accesi, posso vedere le sue urla nascere dal profondo del suo petto, farsi strada per la gola ed esplodere devastanti dalla sua bocca:

“AAAAAARRRRRGHHHHHH!!!!”

Urla. Urla come un maiale sgozzato, urla come una donna in preda al panico ma, cosa più importante, urla come i torturati dalla Santa Inquisizione.
Implora il Signore di dargli la forza, ansima e sputa e suda e piange.
Non godo alla scena, non è il suo dolore quello che mi preme, ciò a cui tengo è il risultato di tale dolore, voglio dimostrare fino a che punto può arrivare l’essere umano se sottoposto alla corda.
Il buon uomo di chiesa, secondo i miei auspici, resiste qualche minuto, dopodichè:

“Basta per pietà, basta!!! FIRMO!”

Sentire quelle parole mi rende leggero, soave.
Ordino di lasciarlo andare e gli sottopongo il foglio ed una penna.
Il padre è stremato, mi guarda in lacrime, del tutto devastato dal dolore, devo tenergli il braccio per farlo firmare, tanto è il suo tremore.
Gli sollevo il volto prendendolo per il mento:

“Allora, padre, mi sembra che la corda non sia questo infallibile strumento di giustizia divina, giusto?”

Non risponde e non voglio che lo faccia, mi basta così.

Da quel giorno al momento in cui scrivo, sono passati quindici anni.
Il mio gesto non è valso a salvare la mia piccola, già, l’abate si è opposto alle pressioni di padre Lorenzo affinché venisse liberata. Ma poco importa, mi basta che di Lorenzo nessuno abbia più sentito parlare e che io sia riuscito a dimostrare l’assurdità della tortura.
Strane voci si odono, le truppe napoleoniche stanno invadendo la città portando i loro ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza. Forse il tempo della Santa inquisizione è realmente finito, e forse potrò riabbracciare il mio angelo.
Lo spero con tutto il cuore.

9 commenti:

Stefano ha detto...

a me piace, soprattutto quando appendon il prete! ;-)

Anonimo ha detto...

Anche a me piace tanto, anzi, credevo di trovarlo noioso visto che, durante la mia tortura, mi avevi confessato il finale.
Invece questa terza parte è stata quella che ho preferito!
Lo sai che sono un'anticlericale convinta...mi dispiace un pò per la ragazza, nel mio mondo di pollyanna (chissà se si scrive così ;-p) si sarebbe salvata!
bacio

Spiridion ha detto...

Il gabbrio è troppo modesto...
Anche questa terza parte è carina, forse il finale un pò scontato, ma alla fine giusto.
E poi le ultime righe mi piacciono, fotografano bene una certa epoca con poche frasi e poi rientrano subito nel vivo della storia...

Skiribilla ha detto...

Non è detto che la ragazza non si salvi. Solo, non è stata liberata subito, giusto? (ho un debole per i lieto fine..)

Bello, piaciuto. Forse avevi ragione, limando un po' ci stava anche in due parti.
Comunque è piuttosto ben scritto e poi l'hai inquadrato bene storicamente, con Goya, l'inquisizione e l'arrivo delle truppe napoleoniche.
Hai proprio reso tutto quanto molto verosimile.

Il Gabbrio ha detto...

@ Stefano

Grazie, sono contento che ti piaccia, anche se, il prete appeso non è farina del mio sacco, l'ho detto che mi sono ispirato al film! ; )

@ Anto

Grazie tesoro!!! Sotto tortura ti direi tutti i finali che vuoi, dato che sei bravissima nel torturare, e mi farei torturare da te in ogni momento!!! Per il lieto fine, beh, per i miei gusti ci stonava un pò, lo sai che a volte sono un buio musone, e poi mi sono attenuto al film, anche se non ho proprio scopiazzato!!! Mi fa piacere che ti sia piaciuto, Un bacio!!!

@ Spiridion

Contento che ti piaccia, compreso il finale scontato, ma con un mostro di originalità come te è difficile avere a che fare!!! : )

@ Skiribilla

Effettivamente hai ragione, almeno nel film la ragazza riesce a liberarsi, ma non lo chiamerei un lieto fine, dato che la sua bellezza e la sua sanità mentale sono deturpate dagli anni di prigionia!
Quanto al periodo storico, beh, mi sono attenuto al film, anche se l' Goya aveva un ruolo da protagonista...ma questo non significa che non sarei riuscito lo stesso a fondere il Goya l'inquisizione e le truppe napoleoniche senza l'ausilio del film!!! ; )
Grazie per i compli enti e sono contento che ti sia piaciuto, a breve posterò qualcosa di totalmente originale!

Cirincione ha detto...

L'ultima parte, quando arrivano le truppe Napoleoniche, mi è parsa molto evocativa, e il finale amaro ci sta decisamente bene... forse avrei torturato di più il prete :asd:

Il Gabbrio ha detto...

Sei il solito teppista sadico!!! : )
Sono contento che ti sia piaciuto!!!

Gisel_B ha detto...

a me invece e' piaciuta questa ultima parte. non c'e' vincitore ne' vinto, hai reso bene l'idea del tempo che ha preceduto le rivoluzioni sociali e culturali dell'epoca.
grazie per la buona lettura

Il Gabbrio ha detto...

Grazie mille, sono lusingato che sia piacuto anche a te, spero di continuare a scrivere cose piacevoli!!!