domenica 8 gennaio 2012

Ora



Matteo è la frase disarmante che arriva tardi, quando il barista chiude baracca e il bullo ti ha fatto capire da un pezzo che non eri tu a comandare.
Fa niente, le frasi buone sono buone sempre, come le lasagne riscaldate il giorno dopo.
Lui vive per il dopo. “Dopo” è una freccia che tende a più infinito, senza conoscere parabole: spicca il volo e atterra a tradimento… dopo, appunto.
Sandra invece è una risposta puntuale, piena di avverbi e aggettivi che il bullo capisce dopo, molto dopo.
Lei vive per l’abbondanza. Abbonda di parole e silenzi che mescola con mani da vecchio campione comunale di briscola.

- tesoro, quando vieni a letto? -
è lei, abbondante di curve cieche, di quelle da aggredire scalando la marcia, percorrere in derapata e poi di nuovo su, in allungo fino al traguardo.

- dopo. Ho del lavoro da finire. -
lui, col freno a mano tirato, ma senza il doppio senso.
Si incontrano a metà strada, il mattino seguente. Matteo vede Sandra entrare nel bagno così come lei lo aspettava. Vede la curva dell’interno coscia fare capolino dall’elastico dell’autoreggente e si sente in colpa. Lui ha la tastiera del pc tatuata sullo zigomo e Sandra non sa se abbondare in silenzi o parole: lascia la porta del bagno socchiusa.
La via semplice finisce con un caffè in silenzio e un Maalox, quella da trapezista senza rete passa attraverso lo spiraglio della porta del bagno.
Lei guarda nello specchio il posto ideale per la prossima ruga. Ha ottime carte in mano, da “all in”. Matteo tenta il bluff da Bar dello Sport, di quelli che ti fanno vincere una mezza Peroni calda: dietro di lei, mani sui fianchi, con le labbra centra il confine incerto tra collo e spalle.
Sandra inarca la schiena mescolando parole e silenzi:

- dopo dobbiamo parlare -

- sì. Dopo. - 

7 commenti:

Greis ha detto...

C'è una frase in questo pezzo che mi piace più di tutte le altre.
Sai,una di quelle frasi che sottolinei sulla pagina di un libro che probabilmente non rileggerai nemmeno più.
Mi piace un sacco come scrivi..davvero :)

Marica Bersan ha detto...

Ciao, notevole questo pezzo! Complimenti!

Baol ha detto...

Ed eccomi qui a confermare anche per questo post il "bellissimo", dato sulla fiducia due commenti fa.

Questo è un altro stile...e tu sai spaziare tra gli stili.

Dobbiamo scrivere...ok...lo sai

Il Gabbrio ha detto...

@Grace: Addirittura una frase da sottolineare? Ma grazie!!! Scrivo un po' come viene, ma sono contento di ricevere dei riscontri come il tuo! :D

@Marica: benvenuta sul blog e grazie mille!!! (però sei nuova del blog e non sai che la costanza è il mio punto debole!)

@Baol: Tu sei sempre troppo gentile! Comunque, come ho scritto a Grace, scrivo un po' come viene, ma va bene così, no?
Quanto allo scrivere insieme, è da un po' che cerco l'idea giusta... ma non mi viene, che balle! : )

.come.fossi.acqua. ha detto...

il tempo non è mai abbastanza.

e quando c'è, si rischia comunque di poter essere fuori tempo in altri sensi.

il dopo non esiste, è sempre ora :)

credo che quello che si sottace al momento giusto si perde, smette di significare nell'eventuale dopo, perde di intensità.

dopo, se arriva ad esistere, non è mai come prima.

Il Gabbrio ha detto...

Sì, condivido. Però, nel racconto ci sono due "ora": quello della sera, forse più ordinario, e quello del mattino dopo dove cogliere "l'ora" giusto è più complicato e forse vale di più! :)

.come.fossi.acqua. ha detto...

si, avevo inteso... :)