giovedì 17 luglio 2008

L'intollerante.





L’intollerante è un tipo che pensa troppo e pensa che ti ripensa arriva a porsi le giuste domande, tipo: perché l’essere umano è l’unico mammifero che continua ad assumere latte anche dopo lo svezzamento?
L’intollerante al lattosio all’inizio decide di eliminare qualsiasi cosa contenga l’odiata sostanza e, munito di carta e penna, redige la sua sentenza di condanna all’asocialità.

“Cappuccino e cornetto?”
“Hem, no, grazie, sai, sono intollerante…”
“Va bene, allora tu prendi il caffè al posto del cappuccino”
“No, anche il cornetto, è fatto con latte, burro…non vorrei star male”

“Oggi vieni a pranzo da me? Ho fatto le lasagne.”
“Hem, con la mozzarella?”
“Certo, che domanda è?”
“Mmm, no grazie, devo studiare.”

“Ragazzi, perché questo sabato non andiamo a Napoli a mangiare una pizza come si deve?”
L’intollerante è conscio che andare ai piedi del Vesuvio e chiedere a un pizzaiolo una capricciosa senza mozzarella equivarrebbe a fargli vedere una foto della moglie e della figlia che vengono trombate dai sette nani.
“Mi spiace, questo sabato ho ospiti a cena e mia madre mi ha implorato di rimanere a casa, sarà la prossima volta.”

“Tesoro, cospargimi di panna montata e leccami tutta!”
“Amore, la panna, non posso”
“Allora di nutella!”
“C’è il latte, tanto, non posso.”
“La crema!”
“Non posso, amore…o marmellata o miele!”
Capirete che non è la stessa cosa.

E si strapperebbe i capelli quando, con quaranta gradi all’ombra, implora il cielo pur di mangiare gelato a badilate e poi, arriva la vecchietta. Lei ordina il suo bellissimo, fantasticante, fallico cono con due palle di gelato. Lo mangia con Parkinson e gran parte della delizia cade a terra. Lui lo vede e prenderebbe quel cono per sbatterglielo violentemente sul muso: “mangia…MANGIA fottuta vecchietta, tu che puoi!”

È un continuo serpeggiare tra milioni di impulsi, rompere abitudini decennali, infrangere modelli culturali e cercare comunque di rimanere attaccato alle tradizioni, ripudiando quello che il marketing dell’intolleranza ha costruito per te:
Latte di soia
Latte di riso
Latte senza lattosio, cioè acqua bianca.
Latte di mandorle, castagne, pomodori, zucchine, pollo, di cefalo, squalo, latte di pipistrello, di testicoli, latte di seno di bambola gonfiabile.

Oggi l’intollerante al lattosio ha deciso di comprarsi un chilo di mozzarella di bufala d.o.p.: vuole suicidarsi.






Ho volutamente esagerato, ma adesso sapete anche che sono intollerante al lattosio.

mercoledì 2 luglio 2008

Il coraggio di essere uomini.





Passò il panno morbido sulle corde, il manico e il corpo, come sempre dopo un’esibizione. Un’accortezza che lui sentiva più come un gesto di rispetto verso il suo strumento che come un atto dovuto.
Poi, una sigaretta in solitario fuori dal locale completava il rito.
Una sigaretta maledetta quella che chiude un’esibizione live: per quanto tu sia lento lei finisce sempre troppo presto.
Proprio mentre rifletteva su questa cosa si avvicinò un ragazzino, avrà avuto poco meno di vent’anni.
Si presentò cortesemente chiedendo se fosse di disturbo. Lui sorrise dall’alto dei suoi quarantaquattro anni e lo accolse benevolo.

- No, ma quale disturbo? Dimmi… -

Il ragazzo voleva semplicemente complimentarsi col musicista e ringraziarlo per avergli fatto passare una bella serata. Lui sorrise imbarazzato e non senza far notare che il merito era della band completa, non solo sua.
Matteo, così si chiamava il giovane, annuì e ci tenne a specificare che i complimenti andavano in particolare a lui perché suonavano lo stesso strumento.
L’uomo si bloccò per una frazione di tempo e studiò il ragazzo. Col passare degli anni aveva imparato a riconoscere i musicisti da come si presentavano, ma i ragazzi sfuggono a qualsiasi analisi, la forza dei loro sogni è talmente forte che esplode dagli occhi e li rende tutti uguali.

- E così anche tu suoni il basso…c’è qualche brano in particolare che ti è piaciuto? –

Matteo riusciva a stento a trattenere il suo imbarazzo, ne aveva riconosciuto uno solo in tutto il repertorio e temeva di fare una brutta figura. Tuttavia fu sincero, anche perché se mentendo fosse stato scoperto, la figura sarebbe stata ben peggiore.

- Solo “The Kitchen” il brano di Pastorius…è che non ascolto molto il jazz. –

L’altro sorrise paternamente.

- Chicken…il brano è intitolato “The Chicken”, kitchen significa cucina, ma non preoccuparti è facile sbagliarsi. E non preoccuparti se non ascolti jazz, quando e se sarai pronto allargherai la tua mente ed ascolterai tutto quello che sia ben fatto, per il momento accontentati di seguire l’istinto…a proposito, sai perché il brano di Pastorius si intitola “Il Pollo”? –

Parlando passarono tre, quattro sigarette. Lui non aveva mai amato parlare di musica, dal momento che suoni, e bene, non c’è motivo di parlarne. Così la pensava. Infatti fu bravo a disegnare percorsi alternativi che portarono il ragazzo a scoprirsi, a parlare di sé, della vita. Certo, la musica in sottofondo, ma semplicemente un pretesto per viaggiare con la mente. Capì molto di Matteo in poco. Il suo disagio era vivo e graffiava. Quel corpo magro a malapena riusciva a trattenerlo e la paura passava tutta attraverso quella postura lievemente ricurva, gli occhi spesso a terra e le mani in tasca. Ma Matteo aveva anche uno sguardo tremendamente intelligente, parlava bene ed argomentava senza sputare sentenze immotivate; cosa tipica, il sentenziare con presunzione, di chi crede di essere migliore degli altri.
Il quasi quarantacinquenne aspettava quella domanda come si aspetta un verdetto e quella arrivò puntuale e precisa:

- Io vorrei continuare a studiare musica dopo le superiori, ma ho paura. Se dovessi diventare un morto di fame? I miei si aspettano che vada all’università e forse potrei non avere il loro sostegno, specie economico, se mi dedicassi solo alla musica. Secondo lei che dovrei fare? –

Solo un diciottenne poteva fare una domanda così brutale. L’uomo gli posò una mano sulla spalla e tacque per alcuni secondi, eterni. Cosa dire? Quale insegnamento dare? Come si può rischiare di indirizzare una vita verso una direzione magari sbagliata? Chi era per farlo? Certo, si trattava di esprimere semplicemente un’opinione personale, ma non era così. Il ragazzo chiedeva aiuto e quando sei disposto a chiederlo al primo sconosciuto che ti capita a tiro, magari potresti dargli anche retta.
Lui cercò la soluzione al quesito e ponderò attentamente:

-Sai, Matteo, io credo che il problema non sia la musica, l’università…no, tu hai paura. Hai paura dei tuoi genitori, hai paura del giudizio degli altri e questo ti blocca, non ti fa scegliere. Io non ti dirò cosa devi fare, perché non posso. Quello che voglio dirti è di non aver paura di scegliere. Quando pensi di essere convinto, fallo, scegli. E non pensare che la vita finisca lì, in una scelta magari sbagliata. Sei giovane e ti assicuro che una seconda possibilità ce l’hanno tutti, non aver paura di sbagliare. –

La conversazione durò pochi minuti ancora, convenevoli, ringraziamenti, nulla di più.
Matteo si allontanò, guardava in aria, verso il cielo scuro, la luna, le stelle.
L’uomo si accese una sigaretta.
Guardava la sua auto da ottantamila euro parcheggiata davanti al locale. Uno sfizio, una voglia, magari un simbolo.
Pensò a quando terminò le superiori. Studiava basso elettrico già da tre anni ed era diventato bravo, molto. Tanto bravo da dover scegliere tra uno studio matto della musica, otto, nove ore al giorno, oppure l’università.
L’errore te lo ritrovi dietro la schiena in un corridoio buio, come un assassino.
Lui si girò, lo guardò negli occhi e gli sorrise con disprezzo.
Poi tornò dagli altri per salutarli, il pomeriggio seguente avrebbe dovuto effettuare un’operazione a cuore aperto, una vita dipendeva dalle sue mani e doveva essere pronto.

martedì 1 luglio 2008

Chiavi di ricerca. Giugno 2008



Eccoci di nuovo con le chiavi di ricerca.
Considerate quelle che riguardano l'autopraticarsi del sesso orale oppure la ricerca di materiale per un'ottima fellatio come sempre presenti, insistentemente presenti. Ecco, non le menzionerò più! ; )
Vediamo cosa di simpatico ci ha riservato Giugno.
Ah, il sedere è sempre per giustificare le chiavi a sfondo erotico/pornografico.


apparecchio x fare pompini

Non era l'aspirapolvere? Mah...

canzoni belle che non ti fanno sentire solo

Mettiamola così, tu senti una canzone che non ti fa sentire solo, è bella, emozionante, ti fermi e pensi che sarebbe fantastico condividere il momento con qualcuno...e ti senti solo.

chi ha fotografato laura ad arpino?

Ho un alibi di ferro!

come imparare a dare il primo bacio

Ma in che cavolo di mondo viviamo?

fare bocchini con il culo


Un momento...cioé, non capisco, si parla di gente con la faccia da culo?

gabriele giarrusso ciao sono io dove sono ?

???...surreale...

mi hanno morso il mio cane, cosa succede?

Convulsioni, dolore e poi la trasformazione in un essere mostruoso che sbranerà te e la tua famiglia...
Ma chiamare un veterinario ed eventualmente un avvocato?

"per lei fare l'amore era come mordere, strappare e ingoiare "

La museruolaaaaaaaaaaaa!!!

Mah...per Giugno niente di che, speriamo che il caldo di Luglio renda follemente creativi i mattacchioni in giro per la rete!